La negazione della disciplina della Ragione

La saturazione dello spazio

L’argomento è insolito quanto affascinante e misterioso e riguarda la trasfigurazione di paesaggi delle Dolomiti in spazi onirici e fantastici come se all’inconscio fosse stata lasciata la libertà di elaborazione a dispetto della coscienza e della Ragione.Il sogno di vivere, anche per un solo istante, mondi diversi e fantastici che immaginiamo migliori, ci affascina e ci turba allo stesso tempo.

Ho voluto trasformare il consueto in uno spazio nuovo, inedito, allargare lo sguardo verso orizzonti irreali ma coerenti con il conosciuto.

Brutta cosa il non sapersi accontentare della realtà irripetibile delle Dolomiti.

Cercavo una dilatazione sensoriale che non tenesse conto dei limiti imposti dalla disciplina della Ragione ma cedesse alla rinuncia della Logica, per dare luce all'inconscio. 

Provare a fondere l’esistente con l'immaginario; una ricerca per aggiungere un lago dove questo non c’è e trovare un riflesso al posto delle rocce, affinché l’emotività prenda il sopravvento e la densità di sensazioni si faccia più intensa. 

Rappresentare l'onirico sulla carta fotografica mantenendo appigli reali, così da riconoscerne l'origine e la familiarità con i ricordi. 

Shangri-Lacon elementi del mondo circostante, torri di roccia speculari ma con le imperfezioni non gemellari che solo la realtà possiede in varietà infinite.

Non la artificiosa saturazione dei colori ma la ricerca della dilatazione spaziale.

Il ritorno al consueto sarà difficile ma tornerò ad annusare l’aria sottile nelle sfumature della luce, dei suoi riflessi misteriosi e sempre sorprendenti.

L’imprevedibilità naturale del susseguirsi di fitte nebbie e albe taglienti continuerà ad alimentare la mia insaziabile curiosità.

 © Stefano Zardini

The denial of the discipline of Reason

The saturation of space

The subject is as unusual as it is fascinating and mysterious, and concerns the transfiguration of the Dolomites landscapes into dreamlike and fantastic spaces, as if the unconscious had been given the freedom to work in spite of conscience and reason.We find at once alluring and disturbing the dream of experiencing, albeit for just a second, different and fantastic worlds that we imagine to be better.

I have decided to transform the usual into a new, unknown space, to broaden my gaze towards horizons which are at once unreal yet consistent with the known.

It's a bad thing not to know how to be satisfied by the uniqueness of the Dolomites.

I sought a sensorial expansion which would not take account of the limits imposed by the discipline of Reason, but which ceded to renouncing Logic, to give light to the unconcious. 

In an attempt to blend the existing with the imaginary, I added a lake where it is not, and found a reflection to replace the rocks, so that the emotions may take over and the density of sensations may be more intense. 

Representing dreams on photographic paper while keeping real holds, to recognize the origin and familiarity with memories. 

Shangri-La with elements of the surrounding world, mirrored rock towers but with non-twinlike imperfections that reality alone possesses in infinite varieties.

Not artificial colour saturation, but the search of the spatial expansion.

It will be tough to return to the usual; but I will return, to breathe in the thin air in the shades of the light, of its reflections, always mysterious and surprising.

The natural unpredictability of the succession of thick fogs and sharp dawns, will continue to fuel my insatiable curiosity. 

 © Stefano Zardini