Schermata 2021-07-02 alle 08.18.35.png
 

La riproducibilità di un’opera è ormai cosa comune;

la fotografia stessa nasce per la ripetizione anche infinita di sè.

L’istantanea come creta grezza, materia originale da elaborare, 

parte di un insieme e non opera finita; 

riproposta e riutilizzata sino a trasformarsi 

in una nuova immagine, diversa, più forte, 

più lontana dalla semplice osservazione dell’originale.

Lo scatto integro che diventa dettaglio; 

moltiplicato, accoppiato, ruotato, crea un nuovo originale 

generato da sè stesso 

ma con un diverso significato 

e una forza espressiva trasversale 

alla sua stessa primigenia.

 © Stefano Zardini

A work’s reproducibility is now commonplace;

photography itself comes from an infinite repetition of itself. 

The shot is like a piece of raw clay, a material to be worked on,

part of a set and not a finished work;

presented and used over and over until it transforms

into a new image; different, stronger,

further from the simple observation of the original.

The whole shot that becomes the detail;

multiplied, flipped, rotated, it creates a new original

generated from itself

but with a different meaning

and an expressive force that is transverse 

to its own primitive nature.

 © Stefano Zardini

Ambiente.

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